domenica 25 maggio 2008

Eucarestia negata! (Riceviamo e pubblichiamo)

Durante la celebrazione delle prime Comunioni in Duomo a Ravello è avvenuto un fatto alquanto spiacevole: il Parroco don Giuseppe Imperato ha rifiutato la Comunione ad un fedele, L.C.

La colpa del fedele? Essere separato dalla moglie. Nella chiesa gremita si sono vissuti momenti di incredulità ed imbarazzo.
Si potrebbe riflettere molto sul perché certi fatti accadano e sul perché su altri argomenti la posizione etica della chiesa è spesso ignorata dagli stessi fedeli verso una direzione di maggiore tolleranza, in questa materia un’indicazione etica tutto sommato accogliente si traduce spesso, nella realtà, in una durezza esagerata verso chi già soffre per il fallimento del matrimonio. Durezza che troppo spesso, in modo più o meno esplicito, relega le persone separate ai margini delle nostre comunità cristiane.
Gli atteggiamenti di chi agisce con durezza e con gesti eclatanti in una giornata di festa è espressione di una teologia che non aiuta certo l’uomo ad avvicinarsi a Dio; costituisce, al contrario, una barriera insormontabile nella vita spirituale, creando conflitti interiori enormi nelle persone, come se fosse possibile ricondurre l’esperienza della fede ad una serie di prescrizioni legali da rispettare.
Ma a fare chiarezza sul punto è il Santo Padre Benedetto XVI in vari scritti: Sinodo dei Vescovi sull'Eucarestia del 2-23/10/2005 - Proposizione 40 e messaggio finale n. 15; discorso di Benedetto XVI al clero di Aosta (25/07/2005); l'introduzione del S. Padre, allora Cardinale e responsabile della Congregazione della Dottrina della Fede, "Sulla pastorale dei divorziati risposati" (1998).
"Possono i divorziati risposati nutrirsi del Corpo di Cristo?": "[...] anche se non possono andare alla Comunione Sacramentale, non sono esclusi dall'amore della Chiesa e dall'amore di Cristo.[…] Per i separati e per il divorziati il Magistero, implicitamente, ammette la possibilità di partecipare integralmente all'Eucarestia, fonte di grazia e, quindi, di riflessione e conversione per ciascuno che si accosta al Mistero. Ove si chieda al Signore di uccidere il rancore, di promuovere nei cuori il perdono, il Signore ascolta, opera e offre un terreno fecondo per la conversione, prendendo su di sè le sofferenze di ciascuno di coloro che sono coinvolti nella crisi del loro matrimonio.