Riportiamo la lettera apparsa oggi sul quotidiano "Il Mattino" a firma dello staff del Ravello Festival.
Era ora che si mettesse sul tavolo un argomento così delicato come la gestione dell'Auditorium di Ravello. (segue sicuramente)
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Ravello, 29 aprile 2009
Egregio Direttore,
Egregio Direttore,
nella battaglia intrapresa a Ravello dalla locale amministrazione comunale (che a lungo ha osteggiato l’Auditorium Niemeyer, prima di chiederne l’uso in esclusiva) contro la Fondazione Ravello (che ha appoggiato il progetto con lungimirante caparbietà, per poi rischiare di rimanerne esclusa) appare sconfitto soprattutto il buon senso. Non se ne ha traccia, infatti, nelle scelte del Comune di Ravello, ente proprietario della struttura, incapace per presbiopia intellettuale di vedere quanto di buono va facendo, ormai da sette anni, un vicino di casa non certo invisibile come la Fondazione Ravello. Quest’ultima ha più volte sollecitato gli amministratori comunali a definire, con il dovuto anticipo, le operazioni indispensabili per inaugurare e gestire l’Auditorium in comune accordo, vantando molti buoni motivi a sostegno della sua proposta.
Li riassumiamo in dodici punti:
1. Sottoscrivendo lo Statuto, i Soci della Fondazione (tra cui il Comune) le hanno affidato il compito di “tutelare e valorizzare, in termini culturali ed economici, i beni di interesse artistico e storico situati nell’area del Comune di Ravello”.
2. Oscar Niemeyer ha dedicato l’Auditorium a Domenico De Masi, presidente della Fondazione e la Fondazione Ravello ha organizzato a Rio de Janeiro la consegna ufficiale del progetto al Governatore della Campania, in presenza del Presidente Lula.
3. In tutti questi anni è stata la Fondazione a mantenere i rapporti con Niemeyer per tutto quanto riguarda i dettagli del progetto.
4. La Fondazione Ravello, per agevolare e accelerare la costruzione dell’Auditorium, ha acquistato per sé e poi rivenduto al Comune una parte del terreno sul quale sorge l’opera.
5. La Fondazione è stata attiva sostenitrice del PIT Ravello, alla cui creazione ha contribuito in misura determinante.
6. La Fondazione ha seguito assiduamente le laboriose vicende giudiziarie che hanno ritardato l’avvio dei lavori.
7. La Fondazione, in favore dell’Auditorium, ha lanciato appelli, raccolto firme, condotto campagne, difeso l’opera dagli attacchi di Italia Nostra e dell’opposizione locale, guidata all’epoca dagli attuali Sindaco e Vice Sindaco di Ravello.
8. La Fondazione offre garanzie indiscutibili di serietà e di professionalità. Nei suoi due Consigli, di Amministrazione e di Indirizzo, siedono alte personalità del mondo accademico, politico e culturale, oltre al Sindaco e Vice Sindaco di Ravello che, in tale sede ufficiale, possono esercitare gli opportuni controlli sulle strategie e sull’operato della Fondazione.
9. La Fondazione dal 2003 promuove il Ravello Festival (che vede i firmatari di questa lettera in prima linea sul fronte artistico e organizzativo), fornendo ampia dimostrazione di competenza e serietà professionale, di affidabilità e di creatività.
10. La Fondazione, anche in vista della gestione di opere come l’Auditorium, ha creato da tre anni l’unica Scuola teorico-pratica esistente in Italia per preparare giovani manager della cultura.
11. La Fondazione è già pienamente operativa sotto il profilo legale, amministrativo e organizzativo. Possiede, al suo interno, uffici di Amministrazione, Produzione, Comunicazione, Pubbliche Relazioni, Commerciale e Marketing, che sono in grado di diventare immediatamente operativi anche per l’Auditorium.
12. La Fondazione gode di una fitta rete di relazioni nazionali e internazionali con il mondo dell’arte, della scienza, della cultura pronte ad essere riversate sulla valorizzazione dell’Auditorium.
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Ad onta di queste buone ragioni e dei tentativi di collaborazione messi in atto dalla Fondazione, il Comune di Ravello ha snobbato l’ipotesi quasi naturale di una sinergia gestionale, muovendosi in totale autonomia e senza un progetto a lungo termine. Così si apprende oggi che l’Auditorium progettato da Niemeyer potrebbe essere inaugurato da Riccardo Muti con l’Orchestra Cherubini il prossimo 26 settembre (sempre che il Maestro Muti confermi la data) e, a seguire, ospitare un concerto di Salvatore Accardo, un recital di Michele Campanella, uno spettacolo del corpo di ballo del San Carlo e le finali di un concorso di canto. Costo del progetto 400mila euro. Scompare l’omaggio al Brasile di Niemeyer, un gigante dell’architettura, che, nel progetto di inaugurazione proposto dalla Fondazione al Comune, sarebbe stato celebrato anche attraverso la presenza del presidente Lula.Peccato. Peccato perché dietro questa smania di inaugurazione (da sempre, in Italia, preferita alla manutenzione, come notava Longanesi) non si scorge alcun disegno gestionale concreto e articolato, indispensabile per tenere in vita ed in salute una struttura complessa come l’Auditorium di Ravello. E non si può negare che, invece, le attività della Fondazione Ravello, che hanno nel Festival (150 giorni di programmazione, 110 eventi, otto sezioni, un imponente ritorno di stampa e 79mila fruitori nel 2008) la punta luccicante dell’iceberg, offrano garanzie in tal senso. Ci chiediamo perché tali garanzie non vengano messe a frutto in un’ottica di collaborazione con il Comune.Per allestire il suo ciclo di concerti, il Comune di Ravello è in attesa di finanziamento da parte dell’Assessorato al Turismo della Regione Campania. Come a dire: il Comune (socio della Fondazione), con i soldi della Regione (altro socio della Fondazione), si accinge a sancire la totale estromissione della Fondazione stessa da quell’Auditorium che quest’ultima ha contribuito a creare in misura determinante. Quando si dice il buon senso, appunto…
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Ad onta di queste buone ragioni e dei tentativi di collaborazione messi in atto dalla Fondazione, il Comune di Ravello ha snobbato l’ipotesi quasi naturale di una sinergia gestionale, muovendosi in totale autonomia e senza un progetto a lungo termine. Così si apprende oggi che l’Auditorium progettato da Niemeyer potrebbe essere inaugurato da Riccardo Muti con l’Orchestra Cherubini il prossimo 26 settembre (sempre che il Maestro Muti confermi la data) e, a seguire, ospitare un concerto di Salvatore Accardo, un recital di Michele Campanella, uno spettacolo del corpo di ballo del San Carlo e le finali di un concorso di canto. Costo del progetto 400mila euro. Scompare l’omaggio al Brasile di Niemeyer, un gigante dell’architettura, che, nel progetto di inaugurazione proposto dalla Fondazione al Comune, sarebbe stato celebrato anche attraverso la presenza del presidente Lula.Peccato. Peccato perché dietro questa smania di inaugurazione (da sempre, in Italia, preferita alla manutenzione, come notava Longanesi) non si scorge alcun disegno gestionale concreto e articolato, indispensabile per tenere in vita ed in salute una struttura complessa come l’Auditorium di Ravello. E non si può negare che, invece, le attività della Fondazione Ravello, che hanno nel Festival (150 giorni di programmazione, 110 eventi, otto sezioni, un imponente ritorno di stampa e 79mila fruitori nel 2008) la punta luccicante dell’iceberg, offrano garanzie in tal senso. Ci chiediamo perché tali garanzie non vengano messe a frutto in un’ottica di collaborazione con il Comune.Per allestire il suo ciclo di concerti, il Comune di Ravello è in attesa di finanziamento da parte dell’Assessorato al Turismo della Regione Campania. Come a dire: il Comune (socio della Fondazione), con i soldi della Regione (altro socio della Fondazione), si accinge a sancire la totale estromissione della Fondazione stessa da quell’Auditorium che quest’ultima ha contribuito a creare in misura determinante. Quando si dice il buon senso, appunto…
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Luigi Amodio, Achille Bonito Oliva, Aurelio Canonici, Raffaele Cioffi, Daniele Cipriani, Francesco Durante, Antonio Fraulo, Claudio Gambardella, Barbara Maussier, Maurizio Pilone, Manuela Rafaiani, Carlo Torlontano, Stefano Valanzuolo, Antonio Vuolo, Lina Wertmuller
e lo Staff del Ravello Festival 2009