LA REPLICA DELL'AMMINISTRAZIONE...
"Ho il pesante sospetto che ci sia perversa regia dietro queste iniziative giornalistiche, che trovo scontranti, messe in atto per sporcare l’immagine del comune". E’ quanto sostiene il sindaco di Ravello Paolo Imperato dopo i due attacchi a mezzo stampa subiti in meno di una settimana.
“Sabato 25 aprile in occasione della presenza del presidente Bassolino, in un momento che doveva essere caratterizzato dalla massima distensione sul piano istituzionale, è apparsa un’intervista di De Masi attraverso la quale si è tentato di delegittimare l’immagine dell’amministrazione comunale, laddove io ritengo invece che l’impegno è stato esaltato dalle dichiarazioni e dall’attenzione che Bassolino ha dedicato ai progetti che la giunta regionale ha finanziato.
Tutte opere di vitale importanza volte innanzitutto a recuperare un pezzo straordinario di storia che è Villa Episcopio, per non parlare dell’auditorium all’aperto, in posizione baricentrica rispetto al Duomo e a Villa Rufolo, senza tacere infine sulla rampa di collegamento che restituirà a isola pedonale via Boccaccio decongestionando anche il traffico veicolare diretto all’auditorium. Oggi leggo questa iniziativa che ha un titolo paradossale e guarda caso oggi c’era il tavolo tecnico presso l’assessorato al turismo della regione Campania chiamato a vagliare il progetto del comune di Ravello presentato attraverso il bando tematico.
Questo è il sospetto. Sulle dieci ragioni espresse io ritengo che ripropongono una polemica inutile, stantia e datata. Perché al di là delle posizioni che a suo tempo abbiamo assunto sull’opera oggi è un dato certo e incontrovertibile: il comune di Ravello è coinvolto in prima linea nel completamento dell’opera. E’ un dato certo che l’intero apparato tecnico stia profondendo eccezionali energie in questa direzione. E’ un dato certo che il sindaco di Ravello si sia fatto portavoce e garante di una esigenza che è quella di vedere rapidamente conclusa l’opera al punto da convocare un collegio di vigilanza interamente dedicato all’accelerazione dei tempi di consegna. Faccio un’ulteriore sottolineatura: il comune non ha mai contrastato la fondazione.
E’ una panzana. Abbiamo contrastato la gestione nel tentativo di aprirla e di orientarne l’azione nell’interesse di tutti i ravellesi in maniera da spalmare i benefici di quest’organismo a favore di tutti gli operatori di questa città e di esaltare tutte le professionalità locali. Sull’ultima parte dell’appello va affermata a tutto tondo la verità, netta, chiara e senza infingimenti. Il comune si è fatto portavoce di una proposta e cioè ha immaginato, come del tutto legittimo, di individuare come partner della gestione dell’auditorium la Fondazione Ravello.
Però si è fatto prima ancora garante e portavoce, interprete della sovranità popolare, di una esigenza più grande che era quella di eliminare una pesantissima anomalia calata sulle nostre teste e costituita dalla occupazione di una importante postazione quale Villa Rufolo in favore del capo dell’opposizione. E non sfugge a nessuno che tutto ciò determini una evidente incompatibilità politica di cui una istituzione neutra quale dovrebbe essere la fondazione dovrebbe farsi carico, ma anche per evitare ovviamente che tutto ciò vada a determinare come puntualmente successo, la creazione di una trama organizzativa interna alla gestione di villa Rufolo del tutto unilaterale e di parte.
Aggiungo che era stato proposto un modello riorganizzativo dell’assetto della fondazione che proprio perché metteva al servizio tutte le strutture in essere e in itinere ( Villa Rufolo, Auditorium, Villa Episcopio, auditorium all’aperto e complesso dell’Annunziata) passasse attraverso una sola e autorevole cabina di regia coordinata da una professionalità al di sopra delle parti nella qualità di direttore generale.
Questa ipotesi di lavoro è stata irresponsabilmente e con ottusa miopia osteggiata dal presidente De Masi. Oggi la situazione è questa: l’amministrazione comunale titolare della struttura auditorium Oscar Niemeyer ha il dovere istituzionale di garantirne il pieno funzionamento. C’è un progetto serio e credibile ma c’è innanzitutto l’impegno ad immaginare una serie di grandi eventi a partire da quello inaugurale la cui validità non può essere da alcuno messa in dubbio pena una pesante caduta nel ridicolo”.