mercoledì 9 aprile 2008

RAVELLO, DE MASI: LA STRADA? UN DISASTRO TRASCURATO.


In Campania, galvanizzati dal mega-evento-immondizia, che ha meritato la copertina di Nesweek, rischiamo di trascurare disastri meno eclatanti, ma altrettanto gravi, che congiurano contro lo sviluppo della nostra Regione bella e sciagurata.

Ravello è una perla assoluta, dove la natura e gli uomini hanno fatto a gara per creare un capolavoro visitato dai turisti di tutto il mondo, soprattutto in primavera e in autunno. Ma Ravello è accessibile solo attraverso due strade: quella che vi scende dal valico di Chiunzi e quella che vi sale da Amalfi. Se le due strade si interrompono, l’intero paese resta isolato, il capolavoro va in frantumi, il turismo si blocca, l’economia locale entra in coma. Anche un solo giorno di isolamento provoca danni irreparabili ed enormi disagi.

Dal 14 gennaio – più di ottanta giorni – entrambi le strade di accesso a Ravello sono interrotte per pericolo di caduta dei massi. In una delle due strade (quella da Chiunzi) il transito è vietato da un semplice cartello, senza nessuna barriera fisica. Chi passa, lo fa a suo rischio e pericolo. Nell’altra strada (quella da Amalfi), oltre al cartello vi è un muro che chiude mezza carreggiata. L’altra metà è percorribile a proprio rischio e pericolo solo nelle ore in cui i vigili restano assenti. La maggior parte dei turisti viene da Amalfi e, siano in macchina o in pullman, finiscono per rinunziare all’impresa. Così gli alberghi i negozi e i ristoranti restano vuoti proprio nel periodo di punta. Nella sua più alta stagione, Ravello, che vive di turismo, è privata della sua principale fonte economica.Coerenti con la loro composta raffinatezza, i ravellesi hanno reagito sfoderando la tutta la loro pazienza. Il Comune ha protestato nelle sedi competenti e nei modi più civili.

La Fondazione Ravello e gli albergatori hanno addirittura collocato delle eleganti hostess bilingue ai posti di blocco per scusarsi con i turisti del disagio di cui non sono colpevoli.Ora, però, la pazienza è finita e le reazioni garbate debbono trasformarsi in azioni giudiziarie. I ravellesi hanno il diritto di:

1) Conoscere subito le cause precise che impediscono l’agibilità delle due strade di accesso al paese.

2) Conoscere subito i motivi per cui, dopo ottanta giorni, i lavori di riparazione non sono ancora iniziati.

3) Conoscere subito nome e cognome dei funzionari che, omettendo i loro doveri d’ufficio, hanno protratto l’inagibilità delle due strade di accesso al paese, causando danni immensi all’economia locale.

4) Calcolare dettagliatamente l’ammontare di questi danni.

5) Ricorrere all’autorità giudiziaria per ottenere dai colpevoli il rimborso fino all’ultimo centesimo di tutti i danni subìti.

Ravello è un paese particolare: sia per la raffinata compostezza nelle sue reazioni agli imprevisti, sia per l’intransigenza nella difesa dei propri diritti violati. Sono perciò certo che non si fermeranno fin quando gli inadempienti non saranno individuati uno per uno e denunziati alle competenti autorità giudiziarie. Ormai non vi è altra strada per arginare i danni gravissimi che il paese ha subìto e per evitare che si dilunghino secondo il malcostume che il Mezzogiorno troppo spesso tollera supinamente invece di denunziare civilmente.


Domenico De Masi